“Tactile” è il titolo del nuovo album del pianista Luca Dell’Anna, accompagnato dal bassista Alessandro Fedrigo e dal batterista Luca Colussi. Si tratta di un album pulito e coinvolgente, Dell’Anna si dimostra non solo smaliziato pianista, ma anche compositore di ottime qualità.

L’album, dal titolo programmatico, intende esplorare una dimensione sonora che sia percepibile non solo attraverso l’udito, ma anche attraverso una vera e propria sensazione di fisicità. La ricerca tattile in cui si avventura il trio è quasi scientifica (più sonora che musicale, mi verrebbe da dire), ma anche quasi geometrica: le composizioni sembrano essere maggiormente basate sulle textures sonore create di volta in volta dalla chimica del trio, che su particolari intuizioni melodiche. E in effetti, l’album rimane impresso soprattutto per certe situazioni, certe sfumature che il trio riesce a tirare fuori dalle idee iniziali (si ascolti la title track per capire: dove il rintocco delle campana della chiesa di San Biagio a Matera è lo spunto melodico/ritmico/timbrico ripreso dal pianoforte e rimodellato dal trio).

Tactile è un album di pregio, suonato con perizia tecnica e nonostante abbia anche un pizzico di ambizione sperimentale (il che non guasta) risulta essere avvincente (Wormhole), elegante (The horseman and the tree) e ipnotico (Tactile), il clima in alcuni punti è quasi lounge e conviviale (Playing for time) o impressionista (Rite). L’idea di fondo, di musica tattile, produce un sound chiaro, definito e che viene mantenuto di brano in brano (parte del merito è anche del sound engineer Stefano Amerio). Sonoramente è un lavoro coerente, il sound rimane interessante, passando da Monteverdi ai Police in cerca di materiale che possa essere manipolato sonoramente dal trio. I brani nei quali la band riesce a trasmettere meglio la sensazione di musica tattile sono proprio quelli originali. Tra questi spiccano la tesa Wormhole, l’inquieta Elegguà, la dolce Is it morning yet? e la già citata Tactile, mentre Il trio, messo a fare le cover, perde un po’ di energia, è più impostato e meno frizzante.

Giovanni Baleani