Domenico Sanna, Ameen Saleem e Dana Hawkins
Inauguriamo questa nuova rubrica dando un senso al perché. Perché si ascolta, il motivo per cui si ascolta musica a volte è inspiegabile, forse la natura ci porta in maniera inconsapevole alla ricerca delle radici dei suoni delle origini. Il primo suono che si percepisce quando si entra in contatto con il mondo, è il proprio pianto che in apparenza potrebbe essere associato alla disperazione, ma io ho la tendenza a pensare che sia un suono di consapevolezza di appartenenza, di affermazione “io esisto”. Da quel momento in avanti è tutto un susseguirsi di messaggi che arrivano di continuo senza sosta e senza soluzione di continuità, è da quel momento che si impara il ritmo la dinamica del suono, anche il pianto ha una sua dinamica ben distinta.
Nel pianto di un neonato si può leggere anzi si deve leggere la motivazione, ciò che spinge, nel pianto di un adolescente si percepisce il disagio del cambiamento e a volte l’insoddisfazione della propria acerba vita, nel pianto di un adulto si capisce la disperazione o la presa di visione di una gioia particolare. Il motivo di questa premessa è semplice. Quando si ascolta un disco bisogna farlo con la giusta dose di consapevolezza, che non significa assolutamente analizzare la musica nel suo aspetto tecnico, cosa che lasciamo a chi può vantare competenza e conoscenza, guardiamo anzi ascoltiamo la cosa sotto l’aspetto emotivo la capacità di lasciarsi andare alle proprie emozioni, emozioni che inevitabilmente vengono attivate dall’ascolto di un brano indipendentemente dal genere o da chi lo esegue.
Quindi visto che viviamo di emozioni credo che di musica tutti noi possiamo parlare, evidenziando ciò che l’ascolto di un disco ci trasmette senza per forza entrare nelle pieghe della personalità dell’artista. Da qui la necessità di scrivere avendo avuto la possibilità di ascoltare una infinita quantità di musica e avendo avuto la fortuna di conoscere una importante quantità di artisti, dove ogni ascolto ogni conoscenza ha lasciato emozioni differenti. Vorrei iniziare da un disco che amo in particolare, già questo dovrebbe far capire l’approccio che avremo da subito e il taglio netto che daremo a queste piccole riflessioni musicali. Brooklyn Beat. Domenico Sanna Ameen Saleem Dana Hawkins Ed. Jando Music 2014. Il disco non è un disco recente essendo una produzione del 2014, ma questo non lo rende meno attuale, anzi visto il taglio che Domenico ha voluto dargli si capisce chiaramente la direzione che il disco prenderà già dalla copertina dove la skyline Newyorkese su fondo nero fa percepire visivamente di cosa si parla.
Il primo brano “Evidente“, ti porta ritmicamente nell’atmosfera di modernità che la musica di Domenico si è abituata a respirare viste le sue frequentazioni Newyorkesi,il tutto unito alla dolcezza melodica delle sue radici che come in un terreno molto fertile emergono dalla terra
e escono in superficie a dispetto di tutti.
Anche il secondo brano Miracle Fishing, porta la firma di Domenico qui la ricerca del suono legata all’armonia si evidenzia con la sonorità tipica del Fender Rhodes, che viene usato per supportare sia ritmicamente che armonicamente tutto l’apparato ritmico di Dana e Ameen che devo dire si trovano perfettamente concordi con il pensiero melodico del piano di Domenico.
Terza traccia D.D.J.L .J.Bryant La ritmica chiama Ameen non casualmente considerato uno tra i migliori contrabbassisti del mondo tiene alto il pathos del pezzo con Dana che libera lo swing in un connubio di tradizione e tempi spezzati intorno ai quali Domenico lavora con il suo fraseggio libero da pensieri ritmici, bella versione piena di richiami bop.
Cow Bells quarta traccia del disco ancora Domenico Sanna brano originale lascia il fraseggio sofisticato di Dana Hawkins a fare da contrappunto alla costruzione armonica del Fender Rhodes, ottima la scelta di sostenere tutta la struttura in maniera scarna ed essenziale per evidenziare una idea ritmico armonica senza eccessivi fronzoli.
LM D. Tittarelli, quinta traccia di un gran bel disco che ti porta sempre più dentro le proprie dinamiche, che con un pianismo in alcuni momenti evocativo in altri innovativo si propone di aprire il collegamento tra la tradizione e la modernità musicale di un artista che tocca con assoluta padronanza le due facce di questa medaglia musicale. Un Ameen Saleem assoluto.
Body And Soul. Heyman. Sour.Eyton. Sesta traccia. Una sorta di riflessione musicale su cui leggere cosa si pensa della musica moderna attraverso la rilettura di classici, Sanna traccia attraverso la sua chiave di lettura un fantastico ponte di congiunzione tra la storia e il futuro.
Jumbo. D. Sanna. Settima traccia. Questo brano in me attiva alcune dinamiche fatte di riflessioni che passeggiano su una spiaggia al tramonto con alle spalle una avenida pullulante di vita, un contrasto che è un po la contraddizione del vivere moderno sempre diviso tra un tramonto e un’alba.
A New Joy Gegè Telesforo Ottava Traccia. Brano evocativo che riporta le dinamiche del disco in una dimensione per certi versi sognante e riflessiva, sicuramente scelta azzeccata quella di inserire questa composizione di Gegè Telesforo, la musica bisogna amarla e l’amore per la musica traspare in questa versione dolcissima di Domenico.
T.D.T. Two Dub Thuds D. Sanna A. Guastadisegni. Traccia Nove. Il respiro sincopato del pezzo descrive la sua linearità di vita, la vita oggi è questa. Domenico Sanna rappresenta quel movimento nuovo di pianisti che in Italia si è evoluto partendo dai grandi degli anni 40/50 e che attraverso percorsi personali fatti di esperienze e di vissuto ha avuto modo di crescere e di sviluppare il proprio linguaggio e devo dire che per me Domenico Sanna rappresenta una delle eccellenze migliori.
Fabio Giacchetta