Riprende il via il City Music Festival, sabato 21 settembre a partire dalle ore 21.00. Nell’ambito del “Premio Perugia Alberto Alberti per il Jazz” saranno di scena allo Stix Music Club di Perugia, tre talentuosi musicisti della scena romana: il chitarrista Andrea Zacchia, Pietro Caroleo all’organo Hammond e Maurizio De Angelis alla batteria.


L’Andrea Zacchia Hammond Trio nasce a Roma nel 2023 inizialmente come tributo al centenario della nascita di Wes Montgomery. Dopo un anno di intensa attività live il trio ha inciso il primo disco «HBPM», un tributo all’hard-bop ed a Pat Martino, i due principali riferimenti per le composizioni del chitarrista Zacchia. A completare il trio Pietro Caroleo all’Hammond e Maurizio De Angelis alla batteria. Ad oggi, oltre ai brani inclusi nel disco, il repertorio del trio è incentrato sui tre pilastri della chitarra jazz: Charlie Christian, Django Reinhardt e, ovviamente, Wes Montgomery. Dichiara Andrea Zacchia: «Abbiamo trascorso molto tempo insieme cercando un sound che fosse energico come quello dei classici organ trio, e i quattro componimenti inediti del disco sono frutto di quel lavoro di ricerca. Il disco è stato realizzato in due giorni, prediligendo le riprese “live in studio. Oltre agli inediti, l’album contiene quattro brani standard, che rappresentano altrettanti importanti momenti musicali della mia vita che volevo fissare in questo disco come una fotografia».

HBPM oltre a dare il titolo al disco è anche il brano di apertura di quest’ultimo. É un acronimo dalla duplice valenza: High Beat Per Minute in primis ma è anche un riferimento alle due principali fonti d’ispirazione del disco, l’Hard Bop e Pat Martino, il celebre chitarrista statunitense noto per la sua personale visione della natura della chitarra e del suo approccio in chiave minore all’improvvisazione jazz. È proprio dal metodo improvvisativo e compositivo di quest’ultimo (noto anche come Minor Conversion) che si dipana lo stile chitarristico di Andrea Zacchia, il quale ha studiato e scandagliato in profondità le sue potenzialità espressive nel corso degli anni. Oltre ad HBPM, nell’album sono presenti altre tre composizioni originali de chitarrista-leader: «The Ambush», una costrutto che fonde bossa nova e swing, ed sulla celebre composizione di Jimmy Heath dal titolo «A Sound For Sore Ears», «Giordano’s Blues» è un classico blues minore che richiama le sonorità tipiche di Pat Martino e infine «Song For Elias» che rappresenta un omaggio del trio al genio creativo di Wes Montgomery. L’album, pubblicato dall’etichetta WOW Records, contiene anche quattro rinomati standard: «The Days of Wine and Roses» di Mancini, «How Insensitive» di Jobim, «Nuages» di Reinhardt e un arrangiamento per chitarra del brano «Send in the Clowns» di Stephen Sondheim presente nel musical «A Little Night Music».

DICONO DI LORO:

«Nella lunga lista di celebrazioni per il centenario della nascita di Wes Montgomery può rientrare a buon diritto anche l’opera prima del chitarrista Andrea Zacchia, formazione presso scuole romane e su palchi di mezza Italia, ed artefice di un classico Hammond trio. “HBPM” (high beat per minute), pubblicato di recente dalla Wow Records, è una bella vetrina dello stile chitarristico del quarantenne Zacchia, influenzato tanto da Montgomery e suoi epigoni quanto dal vocabolario originale di Pat Martino, e dotato di un fraseggio agile e molto curato nei dettagli».

«Piacevole e dinamico, di uno swing fluido e ben condotto nelle dinamiche e nel flou chitarristico dei maestri dagli anni 60 indietro, l’album coincide con un’idea jazzista molto composta e di invenzione hard bop, scandita da un timbro risonante e morbido che esalta il colore delle corde ed i bei passaggi solistici, cangiante e vellutato nelle cadenze brillanti (HBPM) ed in un blues molto naturale tradotto in cadenze alquanto suggestive anche grazie all’evocativo sound dell’Hammond ed alla fluidità del timing della batteria (Giordano’s Blues)».

«La facilità di fraseggio di Andrea Zacchia sembra descrivere appieno la sua disponibilità verso soluzioni melodiche di pregevole caratura che, memoria dovuta al grande Wes Montgomery, affrontano con sicurezza splendide evergreen (The Days Of Wine And Roses di Henry Mancini, How insensitive di Tom Jobim, Nuages di Django Reinhardt e Send In The clowns di Stephen Sondheim) nelle quali il seicordista appare perfettamente a proprio agio, lucido e sensibile per una performance distinta da sicurezza e da buon gusto, con due partners certamente all’altezza, la cui temperatura jazzistica appare originale e sempre adeguata al clima del brano con gradevoli figurazioni che, a dirla semplice, non fanno una grinza».

Appuntamento, dunque, con Andrea Zacchia Organ Trio, Sabato 21 settembre, ore 21.00, allo Stix Music Club di Perugia.