Ci sono album che li puoi toccare e ascoltare solo se devi sistemare il tuo stato d’animo mentre ci sono altri dischi che fanno sempre parte della tradizione e che vanno affrontati come si affronta una battaglia. L’incontro tra Joao Gilberto e Stan Getz è l’incontro di due anime che trasmettono poesia quindi bisogna sempre ascoltarlo con il chakra della comprensione ben dilatato. Mai fare l’errore di approcciarsi a questo disco con uno stato d’animo minimamente in contrasto con se stessi, si rischierebbe di perdere il messaggio filosofico dell’opera. “Getz/Gilberto” fu l’album che permise a Stan Getz di recuperare credibilità rispetto a Coltrane e a Rollins che nel frattempo si erano imposti con stili e linguaggi diversi e che avevano catturato l’attenzione di critica e pubblico rispetto ad uno Stan Getz che veniva considerato il passato. Stan con questo disco ha praticamente importato la Bossa negli USA, da questo momento in poi il nuovo modo di suonare la samba o il samba rallentando il ritmo e sviluppando la linea melodica con la voce, e con la chitarra che segue la linea armonico ritmica senza mai entrare nella linea melodica, divenne una delle musiche più innovative del periodo e stiamo parlando di fine anni 50 primi anni 60. Ovviamente in questo fluttuare ritmico il lirismo poetico di Stan Getz con il suono caldo e suadente del suo Sax Tenore raggiungeva vette che poche altre volte sono state raggiunte da un sassofonista che si identifica in un genere musicale. Le dieci tracce del disco sono praticamente il riassunto di quello che diverrà la Bossa nel mondo, perché rappresenteranno la tradizione della Bossa da lì agli anni a venire.
1) Girl from Ipanema
2) Doralice
3) Para machucar o coração
4) Desafinado
5) Corcovado
6) Sò danco o samba
7) O grande amor
8) Vivo Sonhando
9) Girl from Ipanema
10) Corcovado
Non starò a evidenziare le tracce singole per come sono state interpretate e pensate da due grandi geni della musica mondiale, sarebbe fuori luogo commentare in maniera personale quello che è un patrimonio mondiale della musica contemporanea. Mi limito a dire che in un’ipotetica collezione di dischi indimenticabili, questa opera è imprescindibile, non può mancare nella collezione di chi ama la musica. Una piccola nota a margine di tutto, sapere che Joao Gilberto alla fine della sua vita è stato costretto a vivere con gli aiuti dei suoi amici, nonché figli musicalmente parlando, perché caduto in disgrazia grazie a tutta una serie di vicissitudini, mogli e parenti vari mi intristisce, ma conoscendo il Brasile e le sue dinamiche la cosa, ahimè non mi stupisce.
Fabio Giacchetta